Estati a confronto: nuove dinamiche tra strutture ricettive, OTA e componente internazionale
Il nostro lavoro prevede spesso un’analisi dei dati per immaginare strategie coerenti per le destinazioni. E ogni tanto qualcuno di essi sollecita la nostra curiosità…
Aumento dei prezzi e saturazione OTA: una correlazione inversa
Il nostro lavoro di consulenza per la Maremma Toscana e, in particolare, di misurazione del suo appeal turistico, ci impone quotidianamente un’analisi quantitativa che ci consenta di indirizzare in maniera coerente le strategie di sviluppo.
Nei giorni scorsi due sono stati i dati che hanno attirato la nostra curiosità: il generalizzato aumento del prezzo medio di una notte per camera da una parte, la diminuzione dei tassi di saturazione OTA dall’altra. Un andamento che farebbe pensare a una chiara e scontata correlazione: all’aumento dei prezzi, le prenotazioni diminuiscono.
Nel dettaglio i dati evidenziano come nella Riviera Veneta i prezzi siano aumentati del 16% (da 180 a 210 €), nella Maremma Toscana del 9% (da 179 a 196 €), nel Salento dell’11% (da 142 a 158 €) e nella Riviera Romagnola del 9% (da 139 a 152 €).
Andamento inverso per il tasso di saturazione OTA, che ha registrato una generale diminuzione: -19,19% per la Riviera Veneta, -15,02% per la Riviera Romagnola, -10,42% per la Maremma Toscana e-9,84% per il Salento.
Una correlazione troppo lampante
Una chiara correlazione, dicevamo. Un esempio pratico della legge secondo la quale un aumento dei prezzi determina una contrazione dei consumi. Talmente lampante da essere sospetta: per verificare la presunta correlazione ci siamo allora concentrati sui dati degli osservatori statistici regionali che, effettivamente, contraddicono questa relazione.
Dati ISTAT alla mano, infatti, le presenze reali aumentano in tutte le destinazioni tra le estati del 2022 e 2023 – a eccezione della Riviera Romagnola, che presenta un saldo negativo del 2,2% sul 2022 (21,7 milioni di presenze): la Riviera Veneta con 22,5 milioni di presenze registra uno +0,4% 2022, la Maremma Toscana sale di uno 0,1% (4 milioni) e il Salento cresce del 4,4% (4,6 milioni).
Strutture ricettive e OTA: un rapporto più pragmatico ¹
Cosa succede, quindi? L’aumento dei prezzi incide negativamente solo sulla saturazione OTA, ma non sul numero effettivo di prenotazioni. È la conferma del cambiamento nel rapporto tra strutture ricettive e OTA: non più un affidamento acritico ai servizi di piattaforme come Booking o Expedia, ma un più pragmatico sfruttamento delle loro capacità di promozione delle strutture.
Complice l’abolizione del parity rate, ossia la rimozione delle clausole di parità tariffaria imposte da alcune OTA, le strutture ricettive stanno incentivando sempre più gli utenti a prenotare attraverso i propri canali diretti di vendita. Le OTA sembrano quindi essere utilizzate sempre più come vetrine per attrarre turisti e indirizzarli verso i canali di prenotazione diretta, evidenziando così un incremento delle prenotazioni disintermediate.
2024: prezzi ancora in crescita?
Viene, ancora, da domandarsi una cosa: in virtù di questa dinamica le strutture ricettive spingeranno ancora sull’acceleratore dei prezzi? A quanto pare, se facciamo riferimento ai dati previsionali sulla stagione estiva disponibili a giugno, si registra un atteggiamento più cauto da parte delle strutture ricettive riguardo ai prezzi OTA.
In alcuni casi si assiste addirittura a una riduzione dei prezzi rispetto al 2023, che però non sembra avere una correlazione positiva con il tasso di saturazione finora stimato per la stagione estiva in corso. Ad esempio, la Maremma Toscana, che ha applicato una riduzione dei prezzi più incisiva, ha registrato la previsione di calo più marcato del tasso di saturazione rispetto alle altre destinazioni. Questo solleva interrogativi sull’incidenza delle politiche di prezzo sulle prenotazioni effettuate attraverso i portali online e sulle presenze effettive.
Un rapporto complesso
L’analisi evidenzia una complessità nella relazione tra l’andamento dei prezzi delle strutture ricettive, il tasso di saturazione dei portali OTA e le presenze reali nelle destinazioni balneari italiane. Tra il 2022 e il 2023, nonostante l’aumento dei prezzi e la diminuzione dei tassi di saturazione OTA, le presenze reali sono aumentate in quasi tutte le destinazioni, suggerendo una crescente tendenza verso la prenotazione diretta.
Le previsioni per il 2024 indicano che le strategie di prezzo potrebbero non avere un impatto diretto sui tassi di saturazione OTA, richiedendo ulteriori analisi per comprendere appieno le dinamiche del mercato turistico estivo. Con i dati reali relativi ai flussi turistici della stagione estiva 2024 torneremo in un nuovo articolo a dare una visione più chiara.
Turisti stranieri e saturazione reale² delle strutture ricettive: una correlazione evidente
Se la comparazione fra variazione dei prezzi e tasso di saturazione delle strutture ricettive richiede un’analisi più approfondita, un’altra evidenza risulta più chiara ancora: quella mostrata tra la relazione fra il tasso di saturazione reale delle strutture ricettive e l’internazionalizzazione di una destinazione.
Prendiamo la Riviera Veneta, ad esempio: con il 70,1% di presenze straniere si riflette in un tasso di saturazione delle strutture ricettive dell’87%, il più alto tra le destinazioni prese in esame. In confronto, la Riviera Romagnola ha registrato un tasso di internazionalizzazione del 24,8% e un tasso di saturazione del 55,5%. Sebbene questa destinazione mostri una buona performance, il divario rispetto alla Riviera Veneta indica margini di miglioramento.
La Maremma Toscana e il Salento presentano tassi di internazionalizzazione rispettivamente del 24,2% e del 23%, con tassi di saturazione più bassi, rispettivamente del 41,8% e del 36,6%. Questi dati suggeriscono una maggiore disponibilità di posti letto non utilizzati, evidenziando potenziali opportunità di miglioramento nella promozione e gestione delle strutture ricettive.
Internazionalizzazione uguale destagionalizzazione
Sono dati che confermano un’altra tendenza: i flussi internazionali contribuiscono in maniera evidente alla destagionalizzazione del turismo. Se infatti i turisti italiani concentrano le loro vacanze principalmente nel mese di agosto, generando picchi di stagionalità e sovraffollamento, i turisti internazionali distribuiscono invece le loro visite in modo più uniforme lungo tutto il periodo estivo, consentendo una gestione più equilibrata delle risorse e delle strutture ricettive, prevenendo sovraffollamenti mensili e promuovendo un utilizzo più stabile e sostenibile della capacità ricettiva disponibile.
In sintesi, puntare sui flussi internazionali sembra essere una strategia efficace per aumentare il tasso di saturazione delle strutture ricettive e favorire la destagionalizzazione nelle destinazioni balneari italiane. La correlazione positiva osservata nella Riviera Veneta tra presenze straniere e alta saturazione suggerisce che un maggiore impegno nella promozione internazionale potrebbe portare benefici significativi anche per le altre destinazioni, migliorando la gestione delle presenze turistiche e sostenendo lo sviluppo economico locale in modo più equilibrato.
- Il dato delle strutture ricettive si riferisce esclusivamente al comparto alberghiero e complementare, mentre quello della saturazione alla ricettività alberghiera ed extralberghiera e agli affitti brevi.
- La saturazione reale si riferisce al tasso di occupazione lordo delle strutture ricettive calcolato su 122 giorni di apertura (da giugno a settembre).