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La Commissione europea propone la riforma di una direttiva del 1990: sono passati vent’anni e il mondo del turismo e dei pacchetti di viaggio è cambiato…


“Planning your summer vacation? You can do it with peace of mind”: esordisce così nella sua pagina personale Viviane Reding, Vicepresidente della Commissione Europea, per introdurre la riforma della Direttiva UE concernente i viaggi, le vacanze ed i circuiti «tutto compreso».

In un documento di cinquanta pagine l’Europa definisce nuove regole a tutela dei turisti comunitari, ovunque decidano di trascorrere le loro vacanze. E lo fa inserendo, fra l’altro, una serie di indicazioni per l’acquisto (anche) online dei pacchetti-vacanza personalizzati – fenomeni che nel 1990, anno dell’introduzione della prima direttiva, ancora non avevano sconvolto il settore.

Le norme del 1990 sono difficili da applicare nell’era di Internet, con consumatori che sempre più spesso prenotano online pacchetti turistici personalizzati, magari presso più professionisti che hanno tra loro legami commerciali, con la conseguenza che gli acquirenti non sanno se sono tutelati dalle norme vigenti e i professionisti non hanno ben chiari i loro obblighi.

Se, insomma, “negli anni ’90 la maggior parte dei cittadini europei sceglieva da un catalogo un servizio preconfezionato e lo prenotava presso la propria agenzia di viaggio locale” – ha dichiarato Viviane Reding – “i tempi sono cambiati e occorre aggiornare le norme per tenere il passo con le evoluzioni del mercato”.

Protezione degli utenti, ma anche un occhio di riguardo per gli operatori, sollevati da alcune incombenze burocratiche che ne rallentavano l’operatività.

 

Più diritti per i turisti

 

La riforma della direttiva ribadisce a aggiorna alcuni “diritti  fondamentali” per chi acquista pacchetti di viaggio, tradizionali o personalizzati:

  • controlli più severi sui supplementi di prezzo (limite del 10% sugli aumenti);

  • diritti di annullamento rafforzati, con la possibilità di recedere dal contratto prima della partenza pagando all’organizzatore un indennizzo ragionevole o gratuitamente prima della partenza in caso di situazioni gravi nel paese di destinazione che possono pregiudicare la vacanza;

  • i consumatori dovranno essere informati in un linguaggio semplice e comprensibile che l’organizzatore è responsabile della corretta esecuzione di tutti i servizi inclusi nel pacchetto, mentre attualmente le divergenze tra le norme nazionali permettono all’organizzatore e al venditore di rinviarsi a vicenda il consumatore, non riconoscendo la propria responsabilità;

  • qualora un servizio turistico non sia stato eseguito correttamente, i consumatori possono chiedere, oltre alla riduzione del prezzo, il risarcimento dei danni morali subiti, in particolare per “vacanza rovinata“;

  • i consumatori potranno presentare reclami o denunce direttamente al venditore (agente di viaggio) presso il quale hanno acquistato la vacanza,

  • il diritto di farsi rimborsare e essere rimpatriati, se necessario, nel caso in cui il venditore, il vettore o ogni altro pertinente fornitore di servizi fallisca mentre sono in vacanza,

  • una migliore informazione su chi è responsabile dell’esecuzione di ciascun servizio, nel caso dei pacchetti personalizzati per i quali intervengo diversi professionisti.

 

Risparmi per gli operatori

 

Se la preoccupazione della Commissione Europea è nel tutelare i consumatori, con questa riforma anche per gli operatori arrivano buone notizie in termini di semplificazioni e risparmi su spese inutili e anacronistiche, come ad esempio l’annullamento dell’obbligo di ristampa degli opuscoli, permettendo così agli operatori turistici e agli agenti di viaggio di risparmiare circa 390 milioni di euro l’anno.

La riforma, presentata dopo una consultazione pubblica avviata nel 2009, diventerà operativa se approvata dal Consiglio dei governi europei e dall’Europarlamento.

 

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