Il 2017 è l’anno del turismo sostenibile per lo sviluppo: vi spieghiamo perchè in Ideazione ne parliamo da molto prima.
Sarà perchè spesso ci occupiamo di montagna e aree protette, sarà perchè lavoriamo con start up che vogliono valorizzare e rispettare i territori da cui provengono e in parte sarà anche perchè abbiamo una propensione a interessarci del futuro del nostro pianeta…per tutte queste ragioni, ma non solo, noi ci occupiamo di turismo sostenibile da ben prima che il 2017 venisse dichiarato “Anno internazionale del turismo sostenibile per lo sviluppo”.
L’abbiamo fatto nel 2010 con il progetto ViVa. Incaricati dalla Regione Valle d’Aosta di valorizzare le aree protette della regione abbiamo cercato di capire e comprendere i bisogni di un turista “verde”, interessato non solo alla fruizione del territorio ma anche al rispetto della flora e della fauna dell’area. Ipotizzando che potesse essere attratto dall’idea di vivere una vacanza sostenibile a 360 gradi, a partire quindi dalla struttura ricettiva presso cui soggiornare, abbiamo redatto il “Disciplinare di ecosostenibilità del sistema ricettivo valdostano”. É anche un po’ merito nostro se ora il turista può scegliere di soggiornare in una struttura rispettosa dell’ambiente sotto vari punti di vista!
Nel 2016 abbiamo sviluppato per conto del Celva la strategia “Una Valle d’Aosta da sostenere e scoprire in rete” che ha nel turismo sostenibile uno dei suoi capisaldi. Presentata dal Gruppo di Azione Locale (GAL) Valle d’Aosta è stata approvata dalla giunta regionale: da gennaio di quest’anno, dunque, lo sviluppo turistico della Regione Valle d’Aosta sarà incentrato sul tema della sostenibilità.
Il turismo, per il benessere delle persone e del pianeta, deve essere un’opportunità e non un problema: ecco perché l’Assemblea generale della Nazioni unite ha deciso, il 7 dicembre 2015, che il 2017 sarebbe stato l’Anno internazionale del turismo sostenibile per lo sviluppo. A quindici anni di distanza dalla prima celebrazione del turismo sostenibile, si legge in questo interessante articolo di Chiara Boracchi LIFEGATE, si è sentita l’esigenza di ribadire la necessità di usare questo settore del mercato – che genera ogni anno un fatturato di circa 1.260 miliardi di dollari – per il bene dell’ambiente e delle persone.
La sostenibilità infatti, non è solo una vocazione, un principio etico e corretto cui ispirarsi. Per chi, come noi, si occupa di valorizzazione territoriale è un imperativo che emerge in modo molto chiaro dai dati sul comparto.
Come riportato dal 13° rapporto sul turismo natura di Ecotur, il turismo natura, spesso associato al turismo sostenibile o ecoturismo, è una tipologia in evidente e continua crescita in tutto il mondo da molto tempo e anche in Italia.
Sul turismo natura è necessario puntare per ridare slancio al fenomeno turistico in generale, ma anche per abituare le giovani generazioni all’amore per la natura e per radicare sempre più nella mentalità, nell’atteggiamento e nell’agire degli operatori e dei fruitori il rispetto della natura quale condizione necessaria per assicurare nel tempo la redditività delle attività turistiche e la continuità del turismo stesso.
Il turista, inoltre, così come più genericamente il consumatore, sta acquisendo sempre più consapevolezza circa la necessità di effettuare scelte di vita e di acquisto responsabili, attente alle ricadute che esse producono nei confronti dell’ambiente e di sé, contraddistinte da un effetto benefico o non conflittuale nei confronti della società e degli individui che ne fanno parte, siano essi uomini, animali o altre forme di vita. E gli italiani, in primis, ne sono consapevoli: nel VI Rapporto “Italiani, turismo sostenibile e ecoturismo” alla domanda “Per lo sviluppo economico di un’area turistica oggi il vincolo della sostenibilità è?” le risposte più gettonate sono state “un’opportunità di crescita” e “una necessità”.
Per tutte queste ragioni anche all’assemblea annuale per il coordinamento del Parco Nazionale Gran Paradiso, che ci ha incaricati di definire le linee guida di indirizzo strategico per lo sviluppo turistico del Parco, andremo a parlare di turismo sostenibile.
Non perchè è l’anno del turismo sostenibile o perchè “va di moda” ma perchè siamo veramente convinti che, nel delineare una strategia di sviluppo turistico, una destinazione debba considerare molto bene gli obiettivi di medio-lungo periodo che il territorio vuole realizzare, tanto più se si tratta di un’area verde, un parco, o una destinazione montana.
É compito (se non addirittura obbligo) dei territori quello di lavorare per uno sviluppo sostenibile dei territori che preveda che i benefici che si traggono dalla terra siano in misura decisamente inferiore a quelli che lo sviluppo può offrire alla terra stessa.
Uno sviluppo che preveda quindi un saldo positivo nel rapporto territorio-uomo, che limiti al massimo gli impatti sull’ambiente, siano essi di natura strutturale o apparentemente immateriali.
In quest’ottica si inserisce il nostro suggerimento per il Parco di puntare su ospiti del territorio che siano co-protagonisti di questo sviluppo, ovvero turisti responsabili e consapevoli, attenti all’ambiente e a chi lo vive, che si sentano al tempo stesso cittadini del territorio tanto quanto i suoi residenti e che in funzione di ciò si comportino.