Turismo sostenibile al centro delle idee di impresa del Campus ReStartApp

Il turismo sostenibile è l’ambito predominante nelle idee di impresa che quest’anno abbiamo aiutato a sviluppare all’interno del Campus ReStartApp. Il Campus è l’incubatore temporaneo di impresa ideato e sostenuto da Fondazione Edoardo Garrone, che prevede un programma formativo intensivo, residenziale e gratuito, rivolto a giovani aspiranti imprenditori dell’Appennino provenienti da tutto il territorio nazionale. ReStartApp si inserisce in un’iniziativa più ampia, Progetto Appennino, quest’anno realizzata nell’Appennino ligure.

Dall’esperienza promossa da Fondazione Edoardo Garrone, che in questa edizione ha visto la collaborazione con Fondazione Compagnia di San Paolo, è emerso chiaramente come cicloturismo, turismo dei cammini ed enogastronomico rappresentino un’opportunità per le giovani imprese dell’Appennino. I numeri danno loro ragione: dopo lo stop forzato del 2020, sono i turismi che sono cresciuti di più e che continuano a crescere a doppia cifra, anno su anno.

Economie che restano sui territori delle aree interne

Non solo: si tratta di attività che generano economie destinate a restare sui territori, a differenza del turismo di massa. Ci piace leggere questo processo con le parole riportate da Enrico Fontana, componente della segreteria nazionale di Legambiente, in occasione dell’evento di chiusura di ReStartApp, realizzato a Sassello, comune Savonese che nei mesi scorsi ha ospitato il Campus: «Il turismo non è soltanto un innestarsi in un territorio già vivo, valorizzare un territorio vivo, ma è anche un innesco di processi di cambiamento».

Un “territorio vivo”, quello su cui si concentra Progetto Appennino, che meriterebbe un dibattito adeguato alla sua effettiva estensione: nel complesso, le aree interne coprono il 60% della superficie nazionale, il 52% dei Comuni ed il 22% della popolazione*.

*Fonte: Agenzia per la Coesione Territoriale 

Oltre al business plan, un laboratorio per cambiare prospettiva

Una delle modalità di lavoro inserite nell’offerta formativa del Campus è il Laboratorio di Creazione e Sviluppo di Impresa. Dalla sua prima edizione, a Ideazione sono affidati lo sviluppo e il coordinamento del Laboratorio, un percorso all’autoimprenditorialità e alla sostenibilità economica d’impresa. Il nostro ruolo non è solo di trasmettere ai partecipanti le nozioni necessarie allo sviluppo di un Business Plan del loro progetto imprenditoriale, cerchiamo piuttosto di offrire loro gli strumenti per un cambio di prospettiva e un mutamento nel modo di agire.

«Spesso lavoriamo con ragazzi e ragazze che saranno futuri imprenditori – spiega Aldo Buzio, formatore di Ideazione e docente del Campus – ma che arrivano da percorsi di studi o di lavoro molto lontani da questo mondo. Ciò significa che hanno necessità non solo di acquisire metodologie di analisi o di marketing, ma anche di adottare una prospettiva e un modus operandi da imprenditore».

Il Laboratorio d’impresa adotta molteplici modalità di lavoro con i partecipanti, in gruppo e singolarmente. «Se nella prima fase del Campus privilegiamo un approccio più frontale, per trasmettere quei concetti più teorici, con il supporto di esercitazioni di gruppo, nel proseguire degli incontri andiamo verso un approccio one-to-one e basato su una metodologia di coaching. Ciascun partecipante, quindi, ha modo di confrontarsi con il gruppo e iniziare a mettere a terra i concetti in un processo di sperimentazione e confronto».

Fare impresa significa anche tenere in vita pezzi di Appennino

Il legame tra le future imprese e i loro territori è centrale nell’esperienza di ReStartApp e in generale di Progetto Appennino. «È un legame multiforme e non univoco. Possiamo partire da una prima funzione di prestanza – prosegue Aldo Buzio – ciascuna impresa di successo in questi territori vuol dire una o più famiglie che restano a vivere e a tenere in vita pezzi di Appennino. Le imprese possono diventare attrattori turistici, o di nuovi abitanti; altre permettono la salvaguardia di varie forme di biodiversità, oppure trasformano l’immaginario delle aree interne, da remote e chiuse, in esempi di accessibilità, integrazione e vivacità culturale e sociale. In questi anni abbiamo registrato una varietà di impatti notevole, ed è esemplare il lavoro di analisi di Fondazione Edoardo Garrone».

Una visione condivisa da Fondazione Edoardo Garrone nel loro recente Bilancio Sociale 2022: “Il nostro futuro ha bisogno sia di cittadini rispettosi che di innovatori curiosi ed entusiasti. In entrambi i casi, abbiamo bisogno di presenze umane dialoganti ed empatiche. Qualsiasi obiettivo di sviluppo sostenibile, non può quindi che partire da una forte e generosa proposta formativa”.

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